La formazione e la redazione di scritti sulla storia di Lorenzo tra il IV e il VI secolo, la costruzione delle due basiliche cimiteriali (S. Lorenzo nell’Agro Verano e S. Lorenzo in Lucina), le numerose donazioni dei papi bastano a dimostrare l’importanza del diacono martire nella pietà romana.
Le chiese consacrate a Lorenzo si moltiplicano divenendo una quarantina a Roma nel corso del Medioevo e l’abbondanza dei mosaici e degli affreschi dedicati agli episodi della sua vita dimostra il successo e la popolarità di questo martire.
Nell’arco trionfale della nuova basilica cimiteriale fatta costruire da Pelagio II, dove il santo compare accanto a Cristo, in compagnia di Pietro e Paolo, Stefano, Ippolito e Pelagio II, tenendo in mano un libro con l’iscrizione Dispersit dedit pauperibus.
Sull’arco trionfale di San Clemente (secolo XII) è, di nuovo, al fianco di Paolo e in Santa Maria in Trastevere è raffigurato in una posizione privilegiata.
Anche i documenti liturgici mostrano l’importanza della figura di Lorenzo nella pietà romana.
Fin dal IV secolo la festa del santo è preceduta da una vigilia (cosa che non veniva fatta per la festa di altri santi, a eccezione di Pietro e Paolo), e il sacramentario leoniano dà già dodici formule per le messe di Lorenzo, oltre a una per la vigilia e una per l’ottava.
Il culto si è diffuso rapidamente fuori Roma, specialmente nell’Italia Settentrionale grazie anche alle testimonianze di Ambrogio di Milano, di Massimo di Torino e di Pietro Crisologo, vescovo di Ravenna.
Proprio a Ravenna si trova la prima immagine monumentale del santo romano: nella lunetta meridionale del mausoleo di Galla Placidia (circa 475): il santo, portando una croce e un libro, si avvicina ad una graticola incandescente (raffigurata, in modo insolito, con delle rotelle ma confermata anche nella descrizione di un sermone di Pietro Crisologo, vescovo di Ravenna all’epoca di Galla Placidia).In Francia, il culto di Lorenzo viene diffuso da Gregorio di Tours già dal VI secolo mentre in Spagna si sviluppa a partire da una indicazione della Passione di Policronio, che fa del diacono uno spagnolo. In Africa, infine, grazie al Calendario di Cartagine e ai sermoni di Agostino, la festa del diacono fu introdotta fin dal V secolo.
La figura di Lorenzo è duplice: è quella del diacono fedele al suo vescovo fino alla morte, e modello del chierico incaricato di amministrare i beni della comunità, modello dell’ordine sacerdotale, ma è anche quella del terzo patrono di Roma, accanto ai due apostoli Pietro e Paolo, del nuovo consul perennis, come lo chiama Prudenzio; in altre parole, di colui che non solo è caritatevole ma anche accresce la gloria di Roma.
Gioiamo dunque, carissimi, di una gioia spirituale e, per la fine beatissima di quest’eroe insigne, gloriamoci nel Signore, che è mirabile nei suoi santi, nei quali ha stabilito per noi un aiuto e ad un tempo un esempio. Egli ha esaltato a tal punto la propria gloria nel mondo intero, che dall’Oriente all’Occidente risplende il fulgore della luce irradiata dai leviti, e Roma è divenuta, grazie a Lorenzo, tanto illustre quanto Gerusalemme è stata glorificata da Stefano
S. Leone Magno, Sermone 85,4.