Tutti gli “SPUNTI” sono stati detti o scritti da altri sudi te, in questi pochi giorni. Adesso che il torrente impetuoso della tua parola è sfociato nel “Mare del silenzio”, è proprio il tuo silenzio lo “spillo” che ci colpisce e ci ferisce più di quelli che ci regalavi e ci infliggevi dal pulpito e attraverso le pagine dei bollettini parrocchiali.
Non posso non pensare al silenzio nel quale ti immergevi durante le settimane di studio e di preghiera, che ogni anno ti riservavi, a Botta, nella casa dei ritiri.
Forse vi trovavi la tua zattera di salvataggio. Un monaco nei giorni di ritiro non avrebbe potuto osservare un silenzio più completo.
Quando ripartivi, esprimevi una riconoscenza calorosa, come di chi ha ricevuto il regalo più gradito: la condivisione del tuo silenzio.
Sei stato la più giovane delle vocazioni adulte confluite nel cammino del nostro gruppo di condiscepoli secolari e religiosi, nei nostri ormai molti anni di ministero, dopo quelli della formazione.
Chiamata più perentoria non potevi ricevere. La risposta era la tua ultima.
La tua persona “scomparsa” è stata raggiunta e sommersa da un’onda di piena: gli affetti, i ricordi, i messaggi detti e scritti sono come una sindone che ti abbraccia e ti avvolge.
Mi ha colpito il messaggio di Don Giovanni: “MEGLIO CONSUMARSI CHE ARRUGGINIRE”. Se non è una citazione, si avvicina molto al tuo stile.
Solo la fede ti raggiunge davvero e Cristo risorto ti aiuta a fare il discernimento di ciò che hai tirato su, nella rete, dal tuo mare e dalla pesca alla quale ti aveva invitato.
Noi preghiamo perché tu non tema la sua ultima parola per te, e possa gioire nel suo abbraccio misericordioso.
A te, ora, pregare per noi tutti, insieme a Don Tomaso, Don Aristide, Don Pier Giorgio, Don Antonio.
Don Giacomo Rota