Agli inizi dei secolo, l’insediamento dello stabilimento siderurgico avvenuto a Dalmine, ha avuto un impatto decisivo sulla storia di Mariano al Brembo e su tutto il territorio circostante.
La nascita della “DALMINE” (il 27 giugno 1906 viene costituita la Società Tubi Mannesmann con sede a Milano, e la prima pietra viene posata il 31 marzo 1908), ha rappresentato per le famiglie di allora, per la maggior parte dedite all’agricoltura, una fonte di lavoro sicuro. I nostri vecchi dicevano che chi trovava lavoro in “Dalmine” avevano il pane assicurato: “ol pà ‘nveta”.
E anche la vita della nostra comunità si è andata intrecciando con la vita dello stabilimento. Sono gli stessi Marianesi che, assieme ai loro colleghi di lavoro, provenienti dai paesi vicini, organizzano il 15 marzo 1919, la prima occupazione della fabbrica, e che, nella storia del movimento sindacale italiano viene ricordata come la battaglia per ottenere la giornata lavorativa di 8 ore.
Per sottolineare l’importanza storica dei fatto, il 20 marzo 1919 venne alla “Dalmine” Benito Mussolini, che vi ritornò anche nel 1924, quando era già diventato Capo del Governo.
Con l’insediamento della Fabbrica cresce anche la popolazione: nel 1910 gli abitanti erano 935, nel 1920 salirono a 1250 e nel 1935 raggiunsero le 1400 (raddoppiate quindi nel giro di 50 anni).
Mariano al Brembo rimane Comune fino al 7 luglio 1927 quando, un nuovo Regio Decreto sancisce l’unificazione dei tre Comuni di Mariano al Brembo, Sabbio Bergamasco e Sforzatica, in un unico Comune denominato “Dalmine”.
“REGIO DECRETO – VITTORIO EMANUELE III
per grazia di Dio e per volontà della Nazione RE D’ITALIA.
In virtù dei poteri conferiti al Governo dal regio Decreto – legge 17 marzo 1927 N. 383: Vedute le deliberazioni del Podestà di Sabbio bergamasco, Sforzatica e Mariano al Brembo, adattatate in rappresentanza di detti comuni rispettivamente in data 4 gennaio e 26 febbraio 1927, 5 gennaio 1927 e 6 gennaio 1927. Sulla proposta del Capo del Governo, Primo Ministro Segretario di Stato e Ministro Segretario di Stato per gli Affari dell’Interno;
Abbiamo decretato e decretiamo:
I Comuni di SABBIO BERGAMASCO, SFORZATICA e MARIANO AL BREMBO sono uniti in un unico comune denominato DALMINE.
Tale unione sarà attuata alle condizioni stabilite dal Podestà con le surriferite deliberazioni. Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserito nella Raccolta Ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a S. Rossore addì 7 luglio 1927.
(seguono le firme del Direttore Capo di Divisione, Re d’Italia Vittorio Emanuele III e controfirmato da Mussolini)”
A ricordo di questo, rimane oltre alla passata storia di questa realtà amministrativa con il suo Archivio, la vecchia Casa Comunale posta vicino alla Chiesa parrocchiale in Piazza Castello. La scritta “Casa Comunale”, ormai cancellata dal tempo e nascosta dalla lapide con i nomi dei caduti in guerra rimane a ricordare il nostro passato.
Da questo momento la storia stessa di Mariano al Brembo, Sforzatica e Sabbio Bergamasco si intrecciano a quello della nuova realtà comunale denominata Dalmine.
La sua storia si lega a quella delle altre frazioni, vivendo le stesse angosciose vicende della guerra, del bombardamento, della ricostruzione, e di una nuova realtà parrocchiale che vede la presenza sempre maggiore di nuove famiglie non native di Mariano, e di altri continenti, con integrazioni di culture, mentalità, modi di vita, che non sempre risultano facili, ma che sono indispensabili per creare quello spirito comunitario, di aiuto al vicino, messo in pratica già un secolo fa dai nostri vecchi, che magari erano analfabeti o sapevano a malapena leggere e scrivere, ma sapevano leggere nell’animo degli uomini, e dovrebbe essere semplicissimo per noi uomini del duemila, con diploma o la laurea in tasca, con un’apertura mentale superiore alla loro (o no?).
Fonte: “Appunti sulla storia di Mariano” di Mario Colombo