Parrocchia Mariano al Brembo

Carissimo don Giacomo

Vorrei dedicarti queste poche righe per ringraziarti per l’amore, l’affetto e le preghiere con cui hai sostenuto me e la mia famiglia fin dal primo giorno che sono nata.

Io e i miei genitori ti saremo eternamente grati per il “tuo starci vicino” in questi anni, in particolare alla mia nascita quando le difficoltà sono state davvero tante.

Non ci hai lasciato soli neppure quando Gesù ha chiamato mia sorella erica come Angelo in Paradiso: eri lì in ospedale accanto alla piccola bara bianca sempre presente con le tue preghiere; sei stato vicino a mamma e papà quando il dolore per la perdita di un figlio era insopportabile; dicevi loro di non chiedersi il perché di una disgrazia cosi grande e li esortavi ad offrire il loro dolore alla Madonna Addolorata.

Poi quanto è venuta a mancare la tua dolce mamma “Teresì” la tua missione verso il Brasile ti chiamava e quindi sei dovuto ripartire in mezzo alla gente che aveva tanto bisogno di te e per avermi sempre vicino nella tua valigia hai portato una mia fotografia; appena arrivato l’hai appesa nella tua semplice cucina.

Tutte le persone che entravano per chiedere conforto e aiuto ti domandavano chi era quella bambina minuta e tu rispondevi tutto orgoglioso che era il “miracolo di Dio”.

Sei tornato in Italia a causa della tua malattia e mi hai ritrovato più grande e mi hai dato altri mille saggi consigli.

Ti svegliavi all’alba, alzavi la tapparella, accendevi la lampada e ti sedevi sulla poltrona accanto alla finestra; iniziavi così la tua giornata, immerso in mille libri e preghiere.

Ed eri lì pronto ad aspettarmi quando uscivo di casa per recarmi a scuola; aprivi la finestra e non ti preoccupavi se fuori pioveva, nevicava o tirava un forte vento, con il tuo splendido sorriso, mi auguravi una buona giornata.

Anche quando le forze sono venute meno, non hai mai mancato a questo nostro appuntamento: spostavi la tenda e il tuo sorriso e la tua mano alzata erano lì ad aspettarmi ogni mattina.

Ho un ricordo che conservo nel mio cuore quando, alla fine della terza media, un giorno mi chiamasti per chiedermi cosa volevo fare da grande; io ti comunicai che volevo iniziare una scuola con indirizzo sociale.

Subito da uomo saggio e colto mi chiedesti se sapevo cosa voleva dire la parola “sociale” e dopo aver preso una mano tra le tue mi dicesti “ vuol dire aiutare le persone più deboli; ricordati che stai scegliendo un lavoro che ti chiederà tanta pazienza e bontà, dovrai essere sempre buona con queste persone che sicuramente avranno bisogno di aiuto e non dimenticare mai di conservare la semplicità che appartiene al tuo cuore”.

Carissimo Don Giacomo non ti nascondo che tutte le mattine quando esco di casa per recarmi in Università il mio sguardo vola verso la tua finestra.

La tenda bianca purtroppo non si sposta, la tua mano non si alza per salutarmi, ma io guardo verso il cielo perché mi sembra ancora di sentire la tua voce che mi dice e urla a gran voce “Chiara, buona giornata”.

Grazie, Don Giacomo, per tutto ciò che di semplice, ma “vero” mi hai saputo trasmettere in questi anni.

Tua Chiara

Don Giacomo e Don Marco