Parrocchia Mariano al Brembo

Sacerdote di Cristo

Riflessione di don Alessandro in occasione della sua Ordinazione Sacerdotale

Dal Vangelo di Luca:
«Gesù, circondato dalla folla, sta passando presso le rive del lago di Tiberiade. Vede due barche ferme e i pescatori intenti a riassettare le reti. Sale sulla barca di Simone e scostatosi un poco da riva riprende a insegnare alle folle.
Poi ordina di prendere il largo e di calare le reti per la pesca. Prendono una gran quantità di pesci, tanto che si deve chiamare in aiuto i compagni dell’altra barca. Simon Pietro, preso da stupore, cade davanti a Gesù dicendo: “Allontanati da me perché sono peccatore”.
Ma Gesù gli dice: “Non temere, d’ora in poi sarai pescatore di uomini”. Ed egli lasciato tutto lo seguì
».

Questo fatto della vita di Gesù mi ha sempre molto colpito e più volte ha fermato la mia riflessione negli anni del Seminario.
Ci ritrovo dentro un po’ la storia della mia vocazione, il mio incontro con Cristo.
Gesù è in mezzo a noi e ci sta parlando della Buona Novella del Regno, ci sta annunciando la salvezza.
Noi lo ascoltiamo. Anch’io lo ascoltavo, come tutti. Poi è passato accanto a me.

Stavo preparando il mio lavoro, avevo dei progetti miei da realizzare; lo studio, l’insegnamento, la famiglia.
Lui invece mi chiama, mi prende via dal mondo. Mi fido del suo invito e prendo il largo con Lui.
E si fa amare: vuole mettermi nelle mani il suo lavoro, vuole mettermi nel cuore il suo amore per gli uomini, vuole prendermi al suo servizio.
Mi fa vedere di quale abbondanza di frutti sarò capace se accetterò di mettermi con lui.

Sono confuso dalla grandezza della missione che mi invita a condividere, conosco troppo bene i miei limiti.
Quasi il coraggio vien meno, vorrei rinunciare, tornare ai Sacerdote di Cristo miei tranquilli progetti.
Ma ancora una volta mi fido di lui.
Se mi vuole mi darà anche la forza per servirlo.
Mi rimetto nelle sue mani, accetto di compromettermi e di lavorare per il suo Regno.

Perché gli uomini abbiano la vita con pienezza, anche attraverso la mia vita donata per loro, fatta parola, speranza dono d’amore per i miei fratelli che incontrerò a ai quali annuncerò la Buona Novella di Cristo.
Ho lasciato tutto e l’ho seguito.
Mi ha voluto pescatore di anime.
Ho messo il piede nella barca del Vangelo e la barca ha incominciato a navigare.

Indietro non tornerò mai più.
Ed ora una parola per voi, cari marianesi.
È di saluto per tutti. E in particolare per quanti, in silenzio, hanno seguito questa mia vocazione.
A voi che avete condiviso la mia trepidazione d’essere fedele e generoso nel rispondere all’invito di Gesù, con la vostra preghiera e la vostra simpatia, un GRAZIE sincero e riconoscente.

Nella Prima Messa offriremo insieme la speranza e il sacrificio di questi anni: il Padre non mancherà di ricompensare tutti con la sua benedizione.
E a voi giovani e ragazzi di Mariano io rivolgo lo stesso invito di Gesù: «Venite a me».
Io lascio un posto vuoto, per uno tra voi che sia ancora capace del dono generoso di sé per la causa del Vangelo, per il servizio della Chiesa, per amore di tanti uomini fratelli che gridano la loro ansia di Dio, la loro sete di speranza.

C’è qualcuno che vuole seguirmi?
C’è qualcuno che nel frastuono di questo mondo nervoso ascolta la parola di Gesù e il mio invito?
Il Vangelo ha bisogno di noi.

Cristo non ha mani: ha soltanto le nostre mani per il suo lavoro oggi.
Cristo non ha piedi: ha soltanto i nostri piedi per guidare gli uomini sui nostri sentieri.
Cristo non ha labbra: ha soltanto le nostre labbra per raccontare di sé agli uomini d’oggi.
Cristo non ha mezzi: ha solo il nostro aiuto per condurre gli uomini a sé.

Noi siamo l’unica bibbia che gli uomini ancora leggono.
Siamo l’ultimo messaggio di Dio, scritto in parole ed opere.

Don Alessandro Maffioletti

Sacerdote di Cristo