Parrocchia Mariano al Brembo

Omelia di mons. Tommaso Ghirelli, vescovo di Imola

Caro don Giacomo, hai concluso la tua giornata terrena e ti facciamo corona presentandoti al tuo Signore, il Sommo ed eterno Sacerdote, che tu hai servito nei fratelli e reso presente in mezzo a italiani e brasiliani, bergamaschi e imolesi, sani e malati, buoni e cattivi, per tanti anni.

Molti anni affaccendati pieni di riti, di prediche e soprattutto di colloqui personali, altri, gli ultimi apparentemente lenti e un po’ vuoti sempre punteggiati di preghiere e in un atto di offerta di te stesso. Sempre più sentita, sempre più convinta, tanta preghiera per coloro che amavi, tanti sorrisi, tanto ascolto, tanta pazienza fino agli ultimi terribili mesi in ospedale, poi finalmente nella casa di riposo vicino a dove vivevi si è fatta di nuovo la serenità; eri contento e l’altra mattina hai accolto l’ultima visita: nostra sorella morte corporale.

Don Giacomo riposa nel Signore fino alla resurrezione dei giusti conservando quel tuo mite sorriso di prete santo; sorridi a noi che qui attorno a te abbiamo ascoltato ora la parola di Dio, il quale ci  assicura di essere dalla nostra parte, sicché se non siamo noi ad abbandonarlo, lui di certo è pronto a pagare per noi, è stato pronto a pagare per noi.

Sorridi quando chiederemo anche a nome tuo “rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”; sorridi quando tra poco sentirai le gocce dell’acqua battesimale spruzzate sulla tua salma, sul tuo sepolcro; sorridi nel vedere le volute del fumo profumato incenso salire verso il cielo accompagnando il canto dell’assemblea.

In paradiso ti accompagnino gli angeli, al tuo arrivo ti accolgano i martiri.

Per te ci facciamo arditi rivolgendoci ai grandi santi come il tuo patrono San Giacomo, rievocando anche tutti i vescovi e i preti con i quali hai condiviso l’esercizio del ministero e le anime consacrate e gli umili che hanno confidato solo nel Signore.

Ci facciamo arditi e chiediamo che ti si facciano incontro per accompagnarti al banchetto celeste, quello di cui le tante messe da te celebrate sono state di inizio, di immagine, potremmo dire le prove generali.

Prima però vogliamo sostare ancora un momento sulla Parola di Dio che è stata proclamata per lasciarla risuonare dentro di noi pensando che sei tu a suggerircene la comprensione e l’applicazione.

In un certo modo questa è la tua ultima omelia, il tuo testamento spirituale.

Dunque ci assicuri che un giorno i morti risorgeranno e la loro condizione sarà ben diversa quelli che hanno fatto il bene saranno riconosciuti e premiati, quelli che hanno fatto il male riceveranno
una condanna definitiva.

Come potremmo affrontare questa prospettiva, come non impazzire di paura se non fosse accanto a noi quello stesso “Figlio dell’uomo” che ci rappresenta.

A Lui ci affidiamo totalmente insieme a te Don Giacomo, confermando la professione di fede del nostro battesimo, a Lui, a Gesù, ci uniamo in questa celebrazione offrendoci al Padre con lui in sacrificio di espiazione per i peccati di tutti gli uomini.

Comunichiamo al suo Corpo per diventare una cosa sola con Lui.

Ti accolga Lui al tuo ingresso nel cielo.

Ingresso di don Giacomo per la prima messa